Al Congresso di Andria mi sono sentita a casa. Non solo per una spontanea simpatia nata a contatto con le e gli “andriani” – simpatia, “sentire insieme”, l’esperienza del riconoscersi come simili e che passa dalla gestualità, dalla scelta delle parole, da cosiddetti “dettagli” come il vestire, la convivialità, le battute. Mi sono sentita a casa anche per il contenuto e gli obiettivi dell’associazione, quest’anno al suo diciannovesimo congresso.
In questo video parlano alcune delle persone intervenute al congresso: Antonio Bonaldi, presidente di Slow medicine, Debora Balestreri, presidente di Andria, la ginecologa e i ginecologi Anita Regalia, Pietro Puzzi, Vittorio Basevi, Giuseppe Battagliarin. C’è anche una riflessione musicale di Fabio Koryu Calabrò, artista e “street worker”, che con la sua presenza ha marcato una di quelle note di simpatia di cui dicevo prima.
Andria è una “associazione scientifica di professionisti e professioniste interessati a produrre cambiamenti effettivi nell’assistenza alla nascita e alla salute riproduttiva”. Totalmente autofinanziata, perciò indipendente dagli interessi di Big Pharma, si pone l’obiettivo di unire rigore scientifico e rispetto degli aspetti emozionali della nascita.
De-medicalizzazione, relazione, ascolto sono alcune parole frequenti fra le e gli “andriani”, insieme a prove di efficacia, medicina basata sulle evidenze.
Con il Congresso, Andria ha voluto mettere a fuoco alcuni esempi concreti di che cosa significa fare meno per fare meglio, nel contesti di una medicina basata sulle evidenze e al tempo stesso rispettosa dei sentimenti del/la paziente.
Una sintesi di che cosa significa “rispettosa dei sentimenti” me l’ha offerta Luana Danti, ginecologa bresciana, che al Congresso aveva il compito di portare attenzione su una delle pratiche ostetriche al tempo stesso meno utile e potenzialmente più dannosa se praticata di routine e non in casi selezionati: la cardiotocografia in continuum in travaglio, cioè l’osservazione continua della frequenza cardiaca fetale durante il travaglio.
La sera prima del Congresso, Luana mi racconta di un episodio che le è occorso in sala parto, una situazione complicata e di conflitto tra la volontà della partoriente e la volontà dei medici. Conclude così il suo racconto:
Bisogna trovare un equilibrio tra il desiderio del paziente e le tue conoscenze, che non sono la bibbia. La volontà della madre è più importante delle convinzioni del medico. La fiducia in se stesse è dannatamente importante e raramente le persone ce l’hanno. Il medico ha il dovere di infonderla.
Patrocinato da Slow medicine e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, che ha ospitato l’evento, il diciannovesimo Congresso di Andria si è svolto il 12 aprile 2014, presieduto da Massimo Franchi, direttore della UOC di Ginecologia e ostetricia della stessa Università. In apertura dei lavori il Direttore sanitario, Pier Paolo Benetollo, si è impegnato ufficialmente per formare “un gruppo di lavoro che sul fare meno e fare meglio produca risultati nei prossimi mesi”.
Bel post, mi piace! 🙂