L’incontro della rete Womenareurope

Il piacere degli incontri di rete è di guardarsi in faccia e parlarsi di persona. Se ne esce con la sensazione di polis, di comunità. Lo sapevi già prima, perché siamo virtualmente connesse tra noi ogni decimo di secondo, ma solo così ne fai esperienza.

La frustrazione è quella implicita nella complessità. Ci vuole tempo per accordare gli strumenti di un’orchestra senza direttore. Quattro minuti a testa per parlare alle altre, moltiplicati per decine di parlanti, diviso per ciascuna delle sensibilità in ascolto… Un rompicapo.

All’incontro della rete Women are Europe del 6 aprile a Milano sono intervenute in circa settanta, oltre che da Milano e provincia, da Firenze, Roma, Varese, Torino, Brescia, Genova, Reggio Calabria – facile che mi sia persa qualche città. Età media elevata, lunga esperienza di associazionismo, collettivi, reti, gruppi, anche partiti e istituzioni.

Provo a rilanciare, tra i molti, alcuni spunti che mi pare siano stati ricorrenti nelle parole di chi è intervenuta:

Sul piano dell’analisi e della riflessione:

  • parlare di aborto sempre e solo come di “scelta dolorosa” non rispecchia la realtà ed è controproducente sia per le donne che per medici e mediche che prestano le cure; l’aborto è una scelta e un evento a cui ogni donna deve poter mettere accanto il proprio aggettivo.
  • aborto e sessualità: mai scinderli ma tenerli insieme tanto più quando si parla dell’argomento con persone giovani.
  • maternità come potere/maternità come dovere: ci muoviamo sempre in questa ambivalenza, dobbiamo esserne consapevoli nella scelta delle parole, delle azioni, delle lotte
  • è in corso la fascistizzazione della maternità: vedi Lorenzin e il suo “piano fecondità”
  • come cambia il parlare (o non parlare) di aborto e sessualità in diverse e tra diverse generazioni di donne

Sul piano operativo:

  • nell’immediato, come segnare una presenza il 12 aprile prossimo quando marceranno i fondamentalisti cattolici. Le alternative proposte dal movimento a Milano saranno almeno due: il presidio festante #moltopiùdi194 alle Colonne di San Lorenzo a Milano. L’azione itinerante che punteggerà il corteo dei fondamentalisti, Marciare … per tornare indietro?
  • l’utilità di conoscersi e la possibilità di riconoscersi offerta dalla rete, quindi la necessità di una sede fisica o virtuale in cui raccogliere esperienze e informazioni per non dispersi né disperdere energie
  • il tema del rapporto con le istituzioni, scivoloso e complesso. Mi sembra positivo che non se ne sia parlato in astratto ma a partire da esempi concreti e vissuti.
  • scegliere la piazza, la strada, non solo come luogo di contestazione ma come luogo dove incontrare altre donne e altre generazioni. Dirompente il racconto del “consultorio itinerante” fatto dalle compagne di Reggio Calabria
  • attivare cause legali a partire da denunce di donne e/o medici e dirigenti
  • tenere insieme operatrici/operatori e reti/movimenti

Cosa può fare/essere la rete

  • inclusiva, non gerarchica
  • rispettosa delle diverse pratiche, necessariamente diverse a seconda del contesto
  • un luogo dove convogliare informazioni, racconti esperienze, di pratiche, di iniziative
  • un luogo dove conoscersi e magari rilanciare e amplificare ciò che ha funzionato
  • un fattore di visibilità

Strumenti della rete

Alcune ipotesi di cui si è parlato in assemblea o circolate in pausa pranzo

  • un manifesto
  • una mailing list
  • un sito

 

Fotografia: http://womenareurope.files.wordpress.com/2014/04/wae.jpg

Pubblicato da EC

Giornalista pubblicista, bibliotecaria, web content editor, video-maker. Argomenti: diritto alla salute e salute riproduttiva, contrasto alla violenza di genere, studi di genere, cittadinanza attiva Instagram: @Eleonora_Cir

2 pensieri riguardo “L’incontro della rete Womenareurope

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