Una su cinque non lo fa. Maternità e altre scelte,
Eleonora Cirant, Franco Angeli (2012)
Questo è un libro sulle donne senza figli. Non è un manuale e non offre nessun consiglio. Pone, invece, una domanda.
L’autrice interroga le scelte di una generazione di donne, quella fra i trenta e i quarant’anni, a partire dall’esperienza di chi madre non è (non ancora, forse domani, o sicuramente mai). Una generazione che non è stata segnata da una presenza forte del movimento femminista, ma che dà per scontate opzioni impensabili solo trent’anni fa, come quella di preservare lo spazio di “una stanza tutta per sé”. Che vive il precariato come condizione materiale ed esistenziale e che lotta per l’autonomia economica. Ma che allo stesso tempo avverte la pressione di un immaginario in cui la femminilità è strettamente legata al materno.
Mentre svela le ambivalenze del desiderio di maternità e mentre afferma che si è donne prima che madri, il libro indaga un tipo di scelta che sembra portare il segno meno: senza figli. E che proprio per la natura negativa di quel segno appare a molti e molte, spesso anche agli occhi delle donne che la compiono, una non scelta, una scelta meno libera dell’altra.
Arricchiscono il volume numerose testimonianze di donne che, con sincerità e partecipazione, raccontano la loro storia, coinvolgendo lettrici e lettori nei vari perché di una scelta libera.
Recensioni e interviste
Noi, donne mai diventate madri (link – agosto 2017)
Pamela Marelli su societadelleletterate.it (link – giugno 2013)
Letizia Pelosi su “Noi donne” (link – aprile 2013)
Piera Maculotti su “Brescia oggi” (pdf – febbraio 2013)
Cecilia Tarsia su conciliazioneplurale (link – febbraio 2013)
Rocco di Blasi su “Il Salvagente” (pdf – novembre 2012)
E’ vero che le donne intelligenti non fanno figli? Inchiesta di “Grazia” su Grazia (pdf – novembre 2012)
Intervista di Bruna Miorelli per rubrica “Sabatolibri” su Radio Popolare (podcast – luglio 2012)
Lea Miniutti su “Milanosud” di luglio (pdf – luglio 2012)
Intervista Rainews24 (video – giugno 2012)
Rosaura Galbiati su Cernuscodonna (link – giugno 2012)
Marina Mariani su Centro Progetti Donna (link – giugno 2012)
Lea Melandri su 27maora (link – maggio 2012)
Assunta Sarlo su “Elle” (link – maggio 2012)
Cara Eleonora,. spero che nel tuo libro abbia incluso quelle donne come me, che a causa di una malattia cronoca non possono avere figli per non aggravare la loro già precaria condizione di salute. Una scelta faticosa ma necessaria per la salvaguardia del sé-
Valeria Vaccari
Ciao Ele,
ho finito il libro. Come prima cose devo dirti GRAZIE… ho trovato molti spunti di nuova riflessione.
Mi è piacciuto molto. L’alternarsi delle testimonianze e delle tue introduzioni, osservazioni lega i vari argomenti creando una continuazione che ti invoglia a continuare a leggere.
E’ incredibile quanto sia vero tutto quello che hai scritto, i vari pensieri. Per farti un esempio, quando hai scritto che stavamo leggendo sul tram era proprio così, sulla metro. Li mi hai fatto proprio sorridere. sembrava come se dialogassimo. complimenti!!!!
Non avevo mai riflettuto sullo stereotipo delle maternità, ma è la risposta ad alcune mie domande.
Io faccio parte della categoria che non li può avere ed hai ragione, dopo che hai superato il lutto interiore, è più facile dire che non posso averne, ti guardano con occhi diversi, mentre quanto ti dicono “allora quando lo fate” ti guardano come un giudice e devi stare attenta alla risposta giusta
Verissima la parte delle madri che si sentono le uniche che possono parlare di figli, di educazione, ecc… a volte le vedi fare degli errori da manuale ma non accettano alcun suggerimento o consiglio, la prendono come una critica personale, come se le stessi dicendo che non sono delle brave madri e da chi non è madre non lo accettano.
pienamento d’accordo con te sul concetto di maternità consapevole. Qualche hanno fa avevo provato a proporre un percorso di Rebirthing per le gestanti per una nascita consapevole.
il nodo nel ns paese è proprio che oggi siamo nelle condizioni in cui o fai un figlio o segui la carriera, le due cose insieme non le puoi fare, non ci sono le condizioni, i servizi e la mentalità
Ed ecco che con i tuo libro ho dato una risposta ad una mia domanda: ma se è così dura perchè li fanno?
Grazie ancora
Deborah D’Emey
Ciao Ele, come ho scritto sulla mia pagina facebook, ironico divertente post militante e aggiungo interessante tuffo nel femminile presente.
Mi sono molto divertita
Marina- Mia Mariani
Ho appena finito di leggere “Una su cinque non lo fa”, comprato qualche tempo fa alla stazione Termini di Roma.
L’ho letto lentamente, con grande gusto, trovandoci dentro le risposte ad alcune delle domande che più mi assillano.Gli spunti più interessanti per me non sono stati tanto quelli sulla maternità (al momento – e sottolineo “al momento” – ho le idee abbastanza chiare su quello) quanto quelli sui ruoli maschio-femmina. Le mie coetanee non hanno ancora figli, quindi il centro delle nostre discussioni è più sulla relazione uomo-donna che su quella U+figlio. Purtroppo mi sono resa conto che il mio modo di vivere la coppia è distante da quello di chi tende ad adagiarsi sui ruoli precostituiti, e persino io a volte trovo più comodo abbassare le armi e fingere insieme al mio compagno che siamo come tutti gli altri, quando in realtà stiamo cercando di creare qualcosa di diverso e nuovo.
Un’altra sezione del libro che mi ha dato molto da pensare è quella sull’indipendenza economica. Io, quasi trentenne, mi sono beccata in pieno la crisi di questi ultimi due anni, e così i miei coetanei. Insomma, il senso di insicurezza e di dipendenza dalla famiglia d’origine lo capisco molto bene e credo anche che, nonostante se ne parli molto, sia in realtà poco esplorato e capito.
Il tema centrale del libro, la maternità, mi ha invece molto rassicurato. Vorrei fare un figlio nei prossimi due o tre anni, ma sono perfettamente d’accordo con il bisogno di rinnovare il concetto di maternità, svincolarlo dalla necessità e renderlo una scelta, senza arrivare a pensare che “si stava meglio quando si stava peggio”. Ecco, sapere che c’è chi la pensa come me mi ha rinfrancato.
Grazie di questo prezioso volume!