In Italia il resoconto annuale “Contro la mia volontà. Affrontare le pratiche dannose per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere” è stato lanciato da AIDOS (Associazione italiana donne sviluppo) con l’Agenzia di stampa nazionale DiRE. Mettere fine a queste pratiche dannose entro il 2030 è un obiettivo dell’UNFPA (Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva)
Le mutilazioni genitali femminili e i “matrimoni” precoci e forzati sono solo gli esempi più noti di pratiche dannose alle quali sono sottoposte le donne in tutto il mondo, sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati. Mettere fine a queste pratiche entro il 2030 è un obiettivo dell’UNFPA (Agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva) che il 30 giugno ha presentato il suo Rapporto annuale in diretta mondiale. In Italia il Rapporto, intitolato “Contro la mia volontà. Affrontare le pratiche dannose per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere” è lanciato da AIDOS (Associazione italiana donne sviluppo) con l’Agenzia di stampa nazionale DiRE.
Di tutte le pratiche dannose denunciate da UNFPA, la più diffusa è il matrimonio precoce e forzato, che ogni anno mette a rischio i diritti e il futuro di 12 milioni di bambine e ragazze. I dati riportati dall’UNFPA segnalano che, nonostante i matrimoni di minori siano vietati quasi ovunque, se ne verificano 33.000 ogni giorno, in ogni parte del mondo. Si calcola che oggi vi siano 650 milioni di donne e ragazze che si sono sposate da bambine ed entro il 2030 se ne aggiungeranno altri 150 milioni.
Sono stati fatti progressi nel rallentare la diffusione di questa pratica, ma per via della crescita della popolazione il numero assoluto delle ragazze che la subiscono è in aumento.
Continua a leggere su Ilfattoquotidiano.it