Donne senza figli. Lunedì 12 novembre ne abbiamo parlato al Circolo Arci Chekpoint Charlie, con Luciana Barbarano, consigliera di zona. C’erano una ventina di persone, uomini e donne, di età diverse. Riporto alcune frasi del dibattito, molto vivace.
Donna: “sono una donna senza figli, e sento molto la pressione a farli. In fondo provo un senso di inadeguatezza e senso di colpa”
Uomo: “fare la storia della maternità è come fare la storia della società. Vedo emergere un nuovo soggetto che prima non aveva visibilità: la donna che non vuole figli”
Uomo: “non c’è davvero libertà di scegliere, per le donne, perché sono limitate dalle condizioni economiche”
Donna: “la maternità in Italia è sovraccaricata di significati. Troppo, bisogna dirlo”.
Uomo: “bisogna avere il coraggio di seguire la propria strada anche se c’è un forte condizionamento”
Uomo: “la libertà per una donna è legata la senso di colpa. Tutti noi dobbiamo lavorare per limitare al minimo i sensi di colpa delle donne”
Donna: “sono una donna senza figli, siamo tante nei due contesti dove lavoro, il teatro e la scuola. Leggere questo libro per me è stato liberatorio”
Uomo: “c’è un grado di libertà che bisogna imparare a gestire. E’ giusto rispettare una scelta di rinuncia. Normalmente queste scelte vengono fatte per un bene maggiore. Bisogna mettere tutte e tutti in condizione di fare una scelta libera… sento come un senso di colpa per aver lasciato un sistema peggiore di quello in cui ho fatto le mie scelte riproduttive”
la maternità (e la paternità) è un evento significativo della vita (non è l’unico, certo) quindi è normale che abbia dei significati e che venga raccontata e studiata anche nei suoi conflitti, nelle sue problematicità e nei suoi lati chiari e oscuri. I genitori esistono, esiste chi all’inizio non voleva figli e poi cambia idea, c’è chi non li vuole proprio, c’è spesso chi li vorrebbe ma per varie ragioni non può. Tutte le scelte e i modi di viverle sono legittime.
Io credo che chi oggi in occidente fa un figlio lo fa perchè vuole, nella maggioranza dei casi
Non credo, Paolo, che persino nel nostro “progredito” Occidente tutti generino figli con piena e consapevole volontà. In ogni caso, il problema vero è che c’è un’ondata di proibizionismo riguardo la libertà di interrompere la gravidanza che ultimamente segnala un ritorno all’oscurantismo pre-’68, sempre direzionato alla mortificazione della donna. La verità è che le donne senza figli o che non vogliono figli, fino alla scelta estrema in caso di gravidanza indesiderata, fanno molta paura e destabilizzano il sistema sociale fondato sulla famiglia e sulla riproduzione. Combattere questo, secondo me, prevede anche l’individuazione ragionata di un modello sociale diverso da quello attuale. Ci vorranno, forse, secoli; forse questa società presente dovrà prima autodistruggersi, e solo dopo i posteri escogiteranno qualcosa di diverso.
Fiorella anche io la vedo così.